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La Giornata Nazionale della Mobilità Ecologica: verso il concreto raggiungimento della transizione ecologica in Europa

Il 25 aprile del 1945 l’Italia si è liberata dai nazisti, una svolta storica che viene ricordata anche per l’inizio di tante politiche sociali che videro la ricostruzione della nostra penisola anche dal punto di vista architettonico e strutturale, oltre che ideologico e politico.

Insomma, anni di cambiamento che hanno portato l’Italia a essere quella che conosciamo oggi: un Paese dove è possibile esercitare la libertà di pensiero, dove, anche se con fatica, le donne possono avere un ruolo paritario e nel quale si respira libertà di espressione e religione. Eppure il secondo dopoguerra viene ricordato anche per le attività di edilizia selvaggia, per l’aumento esponenziale del numero di macchine e moto prodotte e vendute e per lo sviluppo di molte industrie altamente inquinanti in molte regioni del Nord.

Insomma, ciò che all’epoca sembrava progresso e bellezza oggi si rivela in tutta la sua bruttura e pericolosità: inquinamento, disastri ambientali e una natura sempre più a rischio che causa malattie e distruzione. Fortunatamente il mondo ha fatto un passo indietro, e grazie all’enorme sensibilizzazione operata attraverso i media, abbiamo capito che è arrivato il momento di cambiare, partendo proprio da una mobilità più ecologica.

Non possiamo negare, infatti, che nel settore automobilistico molti brand stanno gridando allaGreen Mobility e alla Smart City con proposte innovative e rispettose dell’ambiente. Auto ibride o totalmente elettriche, mezzi di trasporto ecologici e alternative all’auto che mettono al centro la sostenibilità ambientale, anche a discapito di un certo progresso economico.

Cosa si intende per mobilità sostenibile

Nel 2006 il Consiglio Europeo pubblicò un documento rivoluzionario che aveva ad oggetto le linee guida per uno sviluppo sostenibile del pianeta. In questo documento, per la prima volta, il CE introdusse l’espressione mobilità sostenibile, aprendo la strada a un cambiamento inarrestabile di cui ancora oggi discutiamo.

Con il termine mobilità sostenibile, il Consiglio Europeo intendeva porre l’attenzione sulla necessità di creare sistemi di trasporto corrispondenti ai reali bisogni sociali, ambientali ed economici, riducendo al minimo le conseguenza negative sulla società, l’economia e con l’ambiente. Con questo obiettivo sono stati predisposti tutta una serie di programmi che prevedono finanziamenti e patti con enti di ricerca, stakeholder e amministrazioni pubbliche e locali che mirano a promuovere azioni di riduzione di climalteranti ed emissioni altamente inquinanti causati dal mondo dei trasporti. Una sfida impegnative che coinvolge non solo le forze politiche e sociali nazionali ma anche quelle comunitarie.

In questo modo è possibile dare vita a città intelligenti in cui vengono messe al centro ideologie come Green Mobility e Smart City, per trasformare i centri urbani in luoghi vivibili sia dal punto di vista logistico che ambientale. In quest’ottica, la città diventa una realtà urbana innovativa in grado di gestire in modo razionale e più smart le risorse disponibili. L’obiettivo diventa la creazione di città come luoghi autosufficienti dal punto di vista energetico ma anche economicamente sostenibili. Ambienti accoglienti e inclusivi finalizzati a migliorare le condizioni di vita dei suoi abitanti.

Verso la transizione ecologica con la digitalizzazione

Solo per fare qualche esempio, ricordiamo l’accesso delle reti 5G nei centri urbani per trasmettere i dati che provengono dai sensori intelligenti in tempo reale. Si tratta di dispositivi in grado di monitorare la qualità dell’aria, il flusso del traffico e a fornire altre indicazioni ambientali offrendo dati precisi per predisporre programmi urbani volti all’efficientamento.

Per quanto riguarda la Green Mobility, invece, parliamo di un modo di viaggiare nei centri urbani totalmente diverso rispetto al passato. Un sistema innovativo che evita le emissioni di CO2 grazie a una trasformazione delle abitudini dei cittadini.

Parliamo di incentivi che hanno l’obiettivo di sostituire la mobilità delle auto con quella delle biciclette piuttosto che la diffusione di servizi come lo sharing mobility, l’e-mobility o la sensibilizzazione a utilizzare i mezzi pubblici per muoversi. Ovviamente questa operazione deve essere affiancata da importanti investimenti delle forze politiche sia dal punto di vista economico che pubblicitario.

L’apporto dei cittadini: un cambio radicale di mentalità

L’intervento della Comunità Europea nell’elaborazione di politiche ad hoc è stato il primo e più importante passo verso il reale cambiamento. Ma non basta, è necessario che anche gli enti locali come Regioni, Comuni, enti privati e cittadini si accordino per elaborare strategie specifiche per una trasformazione ambientale.

L’apporto degli enti privati e dei comuni potrebbe essere quello di rafforzare ed estendere le infrastrutture digitali al fine di modernizzarle e diffonderle. Non possiamo dimenticare, infatti, che solo attraverso i servizi digitali è possibile migliorare la qualità dell’ambiente e di conseguenza quella delle amministrazioni e di tutte le amministrazioni.

Certo, i passi da fare sono ancora molto grandi e riguardano soprattutto il mercato automobilistico e una mentalità consumistica difficile da estirpare. Infatti, mentre i grandi brand fanno credere di aver risolto il problema dell’inquinamento con la produzione di auto e moto elettriche, i cittadini lamentano i prezzi ancora inaccessibili dei veicoli elettrici e la difficoltà di reperimento di moto al litio. Non solo, il problema che viene in rilievo è ancora un altro: lo smaltimento delle batterie, che sembrerebbe, secondo molti esperti, ancora poco sostenibile.

Si tratta di questioni ancora aperte che ci aspettiamo troveranno una soluzione definitiva, considerando anche i passi in avanti che molti Paesi del mondo hanno fatto con strategie ambientali efficienti, economicamente vantaggiose e ben accette dai cittadini.

Per adesso, accogliamo i numerosi progetti verso la transizione ecologica che sono stati predisposti in tutti i Paesi dell’Unione Europea. Progetti concreti e perfettamente conformi al piano di sostenibilità di ogni grande città italiana: efficientamento energetico delle abitazioni private e delle scuole, digitalizzazione diffusa in tutte le pubbliche amministrazioni e servizi inclusivi che consentiranno di raggiungere ottimi risultati entro il 2030.

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